Si staglia netta, imponente.
È fatta di nuda roccia,
Ma fervente di vita, di lavoro.
In essa si scava da decenni,
Ma il suo corpo immane
È stato appena scalfito.
Bisogna spingersi fino alle
Sue pendici, là si notano
Le sue ferite, che si rimargineranno.
L'uomo l'ha ferita, l'uomo
L'ha curata, colmando di terra
Gli scavi realizzati. E li, su quelle
Cenge artificiali, nasceranno
Piante che copriranno di verde
Il monte dal marmo rosso
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